Nell’articolo precedente abbiamo introdotto e parlato del genere punk e di come quest’ultimo abbia influenzato la musica e i contesti sociali, introducendo anche alcune delle band palermitane più longeve e attive al momento.
Oggi, invece, voglio portare l’attenzione sul secondo genere facente parte di questo progetto; genere musicale ricco di storia quanto colmo di vicende controverse, che lo hanno portato ad essere in cima ai generi più odiati e amati allo stesso tempo.

L’heavy metal, detto più comunemente metal, è un genere musicale caratterizzato da ritmi aggressivi e da suoni potenti ed energici, ottenuti grazie alla distorsione di chitarre e bassi, e spesso, persino dalle voci. Il 29 Gennaio 1968 i canadesi Steppenwolf esordiranno con il loro primo album che conterrà Born to Be Wild. Nella seconda strofa del brano, il cantante farà riferimento al rombo della ferraglia delle moto usate dai riders cantando “I like smoke and lightnin’/heavy metal thunder”, dando così origine al nome del genere come lo conosciamo oggi.

La radice del metal la si ritrova dunque a cavallo tra il 1968 e il 1970, quando in Inghilterra si formano tre band che rivoluzioneranno la storia della musica di quel tempo e costituiranno la versione più potente e distorta dell’hard rock: i Deep Purple, i Led Zeppelin e i Black Sabbath.
Negli anni ottanta, invece, il metal si afferma a livello commerciale tra le strade degli Stati Uniti, in una variante nota come hair metal, resa celebre da gruppi come i Mötley Crüe, i Poison e Bon Jovi. Parallelamente nascono nuovi stili più robusti in ambito underground, come il thrash metal, che darà vita a band di grosso calibro come i Metallica, gli Slayer e i Megadeth, ma grossi risultati d’ascolto li dobbiamo anche ad alcuni sottogeneri estremi come il death metal e il black metal, grossi pilastri significativi della nascita e dell’attenzione mediatica verso il metal.

Per capire la vastità del genere di cui stiamo parlando, e per conoscere tutto quello che il metal è e non è, voglio introdurvi ad alcuni dei sottogeneri più considerevoli ed importanti.

Esistono una moltitudine di stili e sottogeneri dell’heavy metal, dai più melodici ai più commerciali e altri da sonorità estreme e tipicamente underground:

  • Il Nu Metal, nato negli anni novanta, combina elementi dell’heavy metal e dell’alternative con quelli di altri stili come rap, funk, industrial metal e post-grunge. Un esempio ne sono i Korn, i Limp Bizkit e i Linkin Park.
  • Il Rap Metal, caratterizzato da beat distorti, riff heavy metal e flow prettamente hip hop. Massimi esponenti sono i Rage Against The Machine.
  • Il Death Metal, che pur rimanendo ad oggi uno stile di nicchia ha riscosso ottime impressioni dal pubblico e dalla critica grazie a band come Cannibal Corpse, Death, Morbid Angel. Le sue caratteristiche sono le ritmiche veloci, i testi abnormi, i bruschi cambi di tempo e le voci rauche e gutturali.
  • Il Black Metal, caratterizzato dalla voce in scream, dall’uso massiccio della doppia cassa di batteria che permette alte velocità di esecuzione, da forti distorsioni di chitarra e dal frequente uso del tremolo picking. Le tematiche più frequenti nei testi, come l’ostentazione al satanismo e all’anti-cristianesimo, sono estreme ed anticonvenzionali, con sonorità quasi inquietanti e forti; spesso la produzione del black metal è così insufficiente al punto da risultare di bassa qualità. Alcuni dei gruppi black metal più celebri oggi sono i Behemoth, i Dissection e gli Impaled Nazarene.
  • Il Brutal Death Metal, che come suggerisce il nome stesso è caratterizzata da testi e sonorità brutali e velocissime, accompagnate spesso da scritture di natura splatter. Nel Brutal il canto in growl diviene ancora più pesante ed ossessivo, sebbene alcune band utilizzino anche la tecnica dello scream vocale. Un esempio ne sono i Suffocation, i Cannibal Corpse e i Dying Fetus.
  • Il Gothic Metal, sottogenere definito dall’alternanza di spirituali voci femminili soprano e da voci maschili, spesso più aggressive ed urlate. Tale sottogenere tratta tematiche poetiche e malinconiche, spesso influenzate dalla letteratura gotica; l’unione perfetta tra sinfonie vampiresche, anime tormentate e romanticismo tragico spesso associato alla morte nel modo più commovente possibile. Alcuni degli esponenti maggiori e più riconosciuti del Goth Metal sono i Paradise Lost, i Lacrimas Profundere, gli Anathema, i Type O Negative, i Moonspell e i Draconian.
  • Il Doom Metal, contraddistinto da ritmi lenti, sonorità tetre e melodie drammatiche, nei suoi testi tratta spesso argomenti legati alla sofferenza umana e all’introspezione. Band di grosso calibro appartenenti a questo genere sono i Pentagram, gli Electric Wizard, i Candlemass e i Sunn O))).
  • Il Folk Metal, unione per eccellenza tra le chitarre e le sonorità metal e la musica tradizionale; solitamente vengono utilizzati strumenti popolari quali arpa, cornamusa, violino e flauti di diverso tipo. Massimi esponenti del Folk sono gli Ensiferum e i Korpiklaani.
  • L’Epic Metal, che tratta principalmente tematiche fantastiche e mitologiche, e talvolta anche fantascientifiche. Alcuni esempi sono gli Omen, i Virgin Steele e i Warlord.

Tra i tantissimi gruppi che hanno cavalcato l’onda del metal vorrei citarne alcuni in particolari che hanno influenzato, per stile e sottogeneri, gran parte dell’industria. In cima troviamo sicuramente i Black Sabbath, poi gli Slayer, i Pantera, gli Iron Maiden, i Type O Negative, i Death, i Megadeth e i Motörhead. Ognuno con una storia alle spalle diversa, e ognuno con stili e tematiche uniche e singolari. Ma, per entrare nel vivo della musica metal, ho deciso di porre l’attenzione su due gruppi particolarmente cari ai veterani del genere.

I Type O Negative nascono a Brooklyn nel 1987, prendendo il loro nome da un annuncio della croce rossa che cercava donatori di sangue di tipo 0 negativo.

Con una carriera memorabile di oltre 30 anni nell’industria della musica metal, i Type si collocano all’interno del sottogenere Gothic per via della linea oscura e malinconica della loro musica. Nello stile compositivo la band si rifà ad artisti come i Black Sabbath e i Beatles, band del quale il frontman Peter Steele è sempre stato grande ammiratore.

Peter Steele, personaggio iconico e carismatico, è stato sicuramente uno degli artisti metal che più è riuscito a spingersi oltre i limiti del genere, sia per i suoi meriti discografici sia per la sua schiettezza ed autoironia. Ma, se proviamo ad addentrarci un po’ di più all’interno dei Type O Negative e in particolare nella vita di Peter, possiamo infatti scorgere da dove la band ha potuto prendere ispirazione per molti suoi testi.
Peter Steele è stata l’anima più sensibile, tormentata ed incompresa di un industria musicale troppo spesso associata alla virilità e al cinismo; l’ineguagliabilità dei suoi testi è impagabile ed inimitabile, così come la sua profonda voce.

Steele lega romanticismo, morte e depressione nelle sue scritture, e lo fa con tutta la naturalezza e l’unicità che lo contraddistinguono. La folle ed intensa vita di Peter, tra tormenti, insoddisfazioni e depressione, trova una triste chiusura nell’Aprile del 2010, quando egli lascia la Terra a causa di un aneurisma aortico.

– Kenny Hickey, chitarrista dei Type O Negative.

Dagli album ”Slow, Deep and Hard”, “The Origin of the Feces”, “Bloody Kisses” , “October Rust” e “Dead Again” , i Type O Negative hanno prodotto alcuni dei brani più celebri e conosciuti. Tra questi sicuramente il brano Black No. 1, spesso in cima alla lista dei preferiti dai fan.

My Girlfriend’s Girlfriend è un singolo facente parte dell’album October Rust e parla di una relazione poliamorosa.

Christian Woman, seconda traccia di Bloody Kisses, narra di un’esplorazione cupa ed emotiva dei problemi che insorgono quando fede e desiderio si scontrano. Il testo del brano fa riferimento ad una donna la cui fede religiosa la fa vergognare di perseguire i propri bisogni e desideri; ruota tutto intorno a sacro e profano, e all’amore proibito rielaborato in chiave sensuale.

Nettie, brano profondamente personale incluso nel senso album Life Is Killing Me, è la dedica di Peter Steele alla sua ormai defunta madre. La canzone cita una frase contenuta nel ritornello in latino che si traduce in “Invoco il potere della croce, solo mia madre poteva muovere l’unico grande Dio”.

– Peter Steele

I Black Sabbath si formano a Birmingham nel 1968 con la storica formazione costituita da Ozzy Osbourne alla voce, Tommy Iommi alla chitarra, Geezer Butler al basso e Bill Ward alla batteria, quando proprio Iommi e Bill leggono in un negozio di vinili un annuncio:

Ozzy Zig cerca gruppo. Possiede amplificazione propria.

Il termine Black Sabbath si rifà chiaramente al sabba delle streghe, chiamato anche sabba nero; nella religione ebraica indica il giorno del riposo che coincide con il sabato.

La scelta della band di farsi spazio tra il mondo dell’horror, delle streghe e dell’esoterico, è scaturita dalla voglia di distinzione ed emersione dalla massa, che coincide con l’intento di scandalizzare una società pienamente moralista.

E’ Rob Halford, cantante degli storici Judas Priest, a definire i Black Sabbath dei veri e propri padri dell’heavy metal. Tutta la scena non ha alcun dubbio; la band è stata in grado di contribuire allo sviluppo del metal, ispirando centinaia di artisti e band.

Purtroppo, un punto critico di non ritorno arriva anche per i Black Sabbath, quando Osbourne, totalmente sepolto da estremismi e droghe, viene licenziato dalla band e sostituito. La durissima scelta di sostituire un frontman così iconico ed amato da tutti i fan non è stata facile da digerire per nessuno, ma nel 1980 arriva l’album Heaven And Hell: la vera salvezza e il vero miracolo per i Black Sabbath, e una storia tutta da riscrivere. Il sostituto, Ronnie James Dio, voce iconica del mondo hard ed heavy, cavalca egregiamente l’onda riportando ordine e distogliendo l’attenzione dalla dipartita di Ozzy Osbourne.

Nel 2006 i Black Sabbath vengono ufficialmente inseriti nella Rock And Roll Hall Of Fame, e si scioglieranno definitivamente nel 2017.
Tutta la loro storia persegue tematiche come il caos sociale, la guerra, l’aldilà e la contrapposizione tra bene e male, portandoli ad essere oggi una delle prime band di riferimento quando si parla di musica metal.

– Ozzy Osbourne

Il metal si è sempre diversificato per il suo sottile confine tra luce e oscurità, tra ottimismo e cinismo, fino ai suoi tratti nichilistici e di afflizione; le sue tematiche sono state, e sono, senza fine.
Uno dei temi che spesso troviamo all’interno dei testi metal è sicuramente quello che riguarda la propaganda sociale e politica, su cui moltissime band, conosciute e non, hanno fondato la propria carriera musicale.

  • I Megadeth sono oggi conosciuti, e divenuti famosissimi, grazie ai loro testi di protesta sociale.
  • Gli Avenged Sevenfold sono stati criticati a causa di alcuni testi che attaccavano il governo americano, cito il brano “M.I.A”.
  • Gli Slayer, e Lemmy Kilmister, fondatore dei Motörhead, sono spesso stati accusati di vere e proprie simpatie naziste, accuse smentite dalle stesse band, che hanno sottolineato come il loro interesse sia solo ed esclusivamente storiografico.
  • I Rage Against The Machine, dichiaratisi apertamente di sinistra rivoluzionaria, nei loro testi criticano le strategie diplomatiche ed economiche del loro paese.
  • E infine i Rammstein, anche loro accusati di propaganda nazista a causa dei loro testi, accuse però smentite tramite il brano “Links 2 3 4”.

Ma, ci sono temi che ricorrono ancor più spesso delle prese di posizione politiche, e riguardano la religione, la morte, l’occulto, la mitologia ed il folklore. I testi metal sono stracolmi di questi contenuti, e sono quelli che troverete più spesso tra le righe dei brani che hanno fatto la storia.
Se parliamo del tema della morte, ad esempio, attraverso alcuni vari sottogeneri, potremo notare come sarà trattata ed espressa in maniera diversa:

  • Nel Power Metal la morte viene personificata in vari modi e descritta spesso con elogio al coraggio dei caduti.
  • Nel Thrash, Black e Death Metal la morte ha sapore più cruento e feroce e i testi riprendono immagini horror e gore con linee decisamente estreme.
  • Nell’Alternative Metal e nel Metalcore, invece, la morte ha connotazioni personali e sentimentali, oppure può essere descritta come forma di vendetta verso una persona odiata.

Punti cardini di molte composizioni sono anche il suicidio, che trova il suo spazio nel Depressive Black Metal, e la cronaca nera, che cita casi di serial killer come Ed Gein o John Wayne Gacy.
Per quanto riguarda la mitologia invece la più trattata è quella norrena, che naviga nelle acque di band che delle vicende nordiche ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia, come gli svedesi Unleashed o gli Amon Amarth.

Nonostante la musica metal, e la sua cultura, siano predilette per l’infinità di suoni e temi di svariata natura che regalano all’ascoltatore un’esperienza immersiva e sensoriale, purtroppo, sin dalla sua nascita, il genere in questione ha dovuto fare i conti con accuse di un certo spessore, che lo hanno portato a sprofondare sempre più in basso. E’ comune, infatti, aver il metal sulla bocca di tutti spesso per i motivi più sbagliati; l’inconsapevolezza porta a preconcetti, i preconcetti si trasformeranno in accuse, le accuse segneranno per sempre la reputazione, fino alla censura.

Risaputo ed innegabile è che, la musica metal, per lo più i sottogeneri black e thrash, hanno sempre trattato di satanismo, dichiarando apertamente spesso le proprie tendenze anticristiane e demoniache. Durante i tardi anni settanta, i rapporti con l’occulto, portati avanti da artisti come Mayhem o Ozzy Osbourne, hanno portato ad una vera e propria accusa di inneggiamento al satanismo da parte di svariate chiese cristiane e persino televisioni. Le accuse, rivolte al metal in generale, sono state di blasfemia e contenuti malvagi in grado di spingere gli ascoltatori e i giovani ad adorare il diavolo, a compiere atti sanguinari o addirittura a suicidarsi. Per la maggior parte dei fan, o per chi il metal lo conosce bene, l’immaginario del “male” non costituisce il vero messaggio che l’heavy metal vuole dare.

Arriviamo fatalmente alla censura; tuttora moltissime copertine degli album dei Cannibal Corpse, ad esempio, o di altri gruppi definiti estremi, sono vietate in molti paesi del mondo. Una delle band più famose citate in precedenza, i Metallica, sono oggi proibiti in Giordania per vilipendio alla religione; l’indignazione dei fan si è subito fatta sentire, ma purtroppo tale discorso non riguarda solo una manciata di band, ma è disgraziatamente radicato in maniera quasi irrecuperabile.

E’ da sottolineare, in ogni caso, come la filosofia cinese ci insegna, che dove albeggia il male tramonta il bene, o così penserebbero in molti; se lo Yin è il satanismo, lo Yang è il cristianesimo nella musica. Difatti, in contrapposizione alla tendenza di cui abbiamo appena parlato, vi è il Christian Metal, che tratta argomenti inerenti alla religione e si contrappone a band di stampo satanista e anticlericalista. Tra gli esponenti di questo genere consideriamo gli Stryper.

Negli anni ’90, la Scandinavia, e in particolare la Norvegia, furono terrorizzate da una presunta organizzazione criminale, l’Inner Circle, composta da fanatici e componenti di band Black Metal. Essi si macchiarono di omicidi e si resero colpevoli di numerose minacce di morte e, soprattutto, roghi di chiese.

Il fenomeno delle stavkirker norvegesi bruciate, nonchè nome originale per identificare le chiese cristiane in Norvegia, divenne piuttosto celebre, e simbolo identificativo per molti gruppi black metal, specialmente per i Mayhem.

Componente rappresentativo dell’Inner Circle fu il tanto odiato Varg Vikernes, fondatore e unico membro del progetto musicale black metal – pagan dark ambiente denominato Burzum. Celebre per il suo coinvolgimento all’interno dell’organizzazione criminale e per le sue tendenze naziste dichiarate apertamente, fu anche membro significativo della band Mayhem.

Euronymous, Dead, Hellhammer, Necrobutcher.

La band in questione nacque alla fine degli anni ottanta come gruppo black metal in Norvegia, fortemente dedito all’occulto e al satanismo; il loro rapporto con il diabolico portò a fatti di cronaca nera ancora oggi conosciutissimi all’interno dell’ambiente metal. Dopo il tragico suicidio di Pelle Ohlin, detto anche Dead, ventiduenne facente parte del gruppo, e individuo dall’animo e dalla mente disturbati, il chitarrista Euronymous compii un atto che lasciò tutti i fan senza parole. Nel 1990 i Mayhem pubblicano il loro bootleg dal nome “Dawn of the Black Hearts” inserendo nella copertina la foto originale del corpo senza vita di Pelle.
Il 10 Agosto del 1993, i Mayhem verranno ricordati per l’ennesimo fatto di cronaca nera; lo stesso Varg Vikernes accoltellerà e ucciderà il chitarrista Euronymous.

L’omicidio di Euronymous annunciato all’interno di un giornale locale norvegese.
– La dichiarazione di Jørn ‘Necrobutcher’ Stubberud, bassista dei Mayhem

Antecedente ai fatti norvegesi, negli anni Ottanta, l’aumento di strani e tenebrosi crimini portò l’America a vivere uno dei periodi di panico più duri e forti di quel periodo.
Nel 1985, Lucifero serpeggiava ormai tra le strade e le periferie americane, le storie che coinvolgevano sacrifici rituali e sette devote al maligno attirarono l’attenzione dei genitori, che presi dal panico iniziarono a buttare via intere discografie metal, punk e rock; questo avrebbe preservato e protetto i loro innocenti bambini dalle oscure vie del satanismo e dell’occultismo.

Fu così che nacque la ricerca del capro espiatorio perfetto e, giornali, genitori, insegnanti e preti lo trovarono proprio all’interno dei videogiochi, ma l’elemento ultimo e decisivo del panico satanico era la musica; gli Stati Uniti divennero ufficialmente preda di un’isteria di massa che durò per buona parte del decennio.

Ecco che giochi come Dungeons & Dragons e generi musicali come l’heavy metal vennero presi d’assalto da tutti i moralisti e devoti cristiani, che iniziarono a diffondere false accuse ed informazioni errate, ignorando i veri mali del panico satanico americano, ovvero gli abusi e rituali occulti negli asili nido e scuole materne. Sempre attorno al 1985 nacque in America il Parents Music Resource Center; il suo obiettivo era quello di creare un sistema di classificazione ristretto per la musica, facendo numerose pressioni su radio e TV affinché cessassero di trasmettere determinati brani. Il PMRC era dietro ogni etichetta di avvertenza che perseguitava gli album heavy metal degli anni ’80 e ’90. Crearono persino una lista denominata “Filthy Fifteen”, composta da ben quindici canzoni considerate la prova palpabile dell’inneggiamento al satanismo, al sesso e alla violenza.
Il PMRC alla fine chiuse finalmente i battenti negli anni ’90.

Se pensate che certe dinamiche possano avvenire soltanto in luoghi così lontani e oltre oceano rispetto all’Italia, vi sbagliate di grosso; nessun panico satanico italiano, ma di certo possiamo parlare di una profonda avversione universale verso la musica metal nata anche a causa di un fatto di cronaca nera che ha sconvolto il nostro paese.

La storia delle Bestie di Satana inizia a Milano a metà anni ’90, quando alcuni ragazzi poco più che ventenni si incrociano al famoso pub di ritrovo abituale per appassionati di musica metal, il Midnight. Si scrutano, si osservano e si uniscono; la calamita che li attrae è la musica, e questo li porterà a formare un gruppo cui punto cardine sarebbe dovuto essere la semplice condivisione della loro prima passione.

I giovani si avvicineranno, però, al satanismo acido, cominciando per gioco a profanare tombe nei cimiteri per le loro messe nere; nessuno di loro ha reali conoscenze in maniera esoterica.
Sempre più in fretta il gruppo diventerà quello che tutti noi conosciamo con il termine setta, si restringerà e soffocherà anime e vite di numerosi ragazzi ignari e troppo ingenui per capire ciò a cui si stavano dedicando.

Per poter far parte delle Bestie di Satana, come ogni pseudo setta che si rispetti, il primo passo era quello di affrontare prove fisiche basate sul coraggio, la sopportazione del dolore e la completa dedizione e riconoscenza al gruppo; dopo corse in bici senza freni al buio, sigarette spente addosso e tagli con le lame, il gioco delle Bestie diventerà perverso e pericoloso. I più giovani chiedono di uscirne, ma i membri non lo accettano.

La setta lombarda delle Bestie di Satana si macchierà così di alcuni dei crimini più violenti ed efferati.
La sentenza definitiva del 2007 ha ritenuto i membri del gruppo responsabili degli omicidi di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e del relativo occultamento di cadavere e del suicidio indotto di Andrea Bontade.
Nicola Sapone e Paolo Leoni, presunti capi della setta, vengono condannati all’ergastolo, Eros Monterosso e Marco Zampollo verranno condannati rispettivamente a 27 e 29 anni di reclusione, Andrea Volpe a 20 anni per aver collaborato con la giustizia, Mario Maccione a 19 anni, Pietro Guerrieri a 12 ed Elisabetta Ballarin a 23 anni.

Elisabetta Ballarin e Andrea Volpe.

Ad oggi, Sapone e Leoni stanno ancora scontando la loro pena nei relativi penitenziari, mentre gli altri componenti risultano essere liberi e stanno provando a mettere un punto e a lasciarsi il passato alle spalle, provando ad essere persone migliori.

Visto quanto detto, a questo punto, non vi sarà difficile comprendere come la sfera di quello che dovrebbe essere un genere musicale come tanti sia stata deturpata anche in Italia, diventando vittima sacrificale di un sistema bigotto e clericale che vorrebbe a tutti i costi additare il metal come musica del diavolo.
In merito a ciò sarebbe giusto fare le dovute distinzioni e dire che, in quanto esseri umani pensanti e dotati di estrema intelligenza, dovremmo imparare a discernere il presunto bene dal “male”.

Quello che io personalmente scorgo è un profondo problema di mancanza di empatia degenerante, una disumanizzazione del prossimo, un’ingenuità del tutto preoccupante e al contempo la diabolicità dell’essere umano nella sua forma più cruda e viscerale; tutto questo non ha niente a che fare con la musica.
Oggigiorno, come d’altronde sempre nella storia dell’umanità, ci ritroviamo ad affrontare problematiche di importanza allarmante quali il frequentissimo uso di sostanze stupefacenti, la violenza psicologica e fisica e lo scarso trattamento ed attenzione verso i disturbi mentali dei giovani e non solo.
Non esiste nessun genere musicale che possa spiegare o giustificare atti di violenza inaudita e raptus omicida, e non esiste alcuna influenza del maligno che può portare dei giovani ventenni a commettere atti sadici e di manipolazione psicologica. Io la chiamerei la grande sfortuna e il gigante tranello della psiche umana.

Come disse Bruce Dickinson, frontman degli Iron Maiden, le persone hanno timore del metal non per la sua musica, ma bensì per il modo che ha questo genere di non adattarsi alla loro visione del mondo. Il diverso, il differente, il non conforme, spaventa, e continuerà a farlo se qualcosa nella nostra mente non sarà disposto a cambiare; mai il termine diverso fu sinonimo di male.

Mi sento di affermare dunque che il metal sia la più sana ed indispensabile delle droghe. La brutalità necessaria di questo genere tanto criticato è il diversivo perfetto che dà modo a chi ne è appassionato di lasciar andare via le energie negative per incanalarne di positive e costruttive.
Il metal è una sana valvola di sfogo per giovani e maturi, e mi appoggerò ad uno studio sperimentale certificato per dimostrarlo.

In questo studio, condotto dall’Università del Queensland, i ricercatori hanno monitorato 39 ascoltatori di musica metal di età compresa tra i 18 e i 34 anni, i quali sono stati sottoposti ad un’induzione volontaria di rabbia seguita dall’ascolto casuale di 10 minuti di un brano estremo dalla propria playlist. I risultati hanno mostrato che le valutazioni di irritabilità, ostilità e stress aumentavano durante l’induzione della rabbia e diminuivano dopo la musica; la musica estrema non rendeva quindi i partecipanti arrabbiati ancora più arrabbiati, bensì sembrava corrispondere alla loro eccitazione fisiologica determinando un aumento significativo delle emozioni positive.
Lo scopo della ricerca era di testare due serie di ipotesi riguardanti la relazione che potrebbe esserci tra musica estrema e rabbia in condizioni sperimentali contenute. Tra la prima linea di ragionamento quale “la musica estrema provoca rabbia” e la seconda ipotesi quale “la musica estrema si adatta e aiuta ad elaborare la rabbia”, è prevalsa quest’ultima, che ha avvalorato ulteriormente la tesi per cui gli ascoltatori di musica metal con sintomatologie di forte stress, ansia e depressione si servono di questo genere per calmarsi quando si sentono arrabbiati o agitati. Questo risultato appoggia una precedente ricerca di Labbè et al. del 2007, che ha riferito che la musica selezionata personalmente, di qualsiasi genere, può essere rilassante tanto quanto la musica classica. Gli ascoltatori di musical metal, quindi, usano la musica per regolare in modo sano la loro rabbia e per sentirsi attivi e ispirati.

Anche per questo articolo ho deciso di intervistare quattro band della scena metal palermitana per dare modo a voi lettori di ricredervi o meno sulle anomalie che ruotano attorno a questo genere, e potrete farlo tramite le storie di questi talentuosissimi ragazzi, che hanno fatto del metal la loro colonna portante e il loro perno assoluto.

La bellezza della cultura metal e punk non è, chiaramente, circoscritta soltanto al lato musicale, bensì è facilmente individuabile anche ad occhio nudo. Senza alcuno stereotipo, è pressoché evidente che lo stile rappresenta un lato fondamentale di questo mondo, ed è facilmente riconoscibile. Spesso associati a vasti tatuaggi, lunghe chiome o vestiario stravagante, lo stile della cultura underground a Palermo offre bellezza per gli occhi in ogni angolo della città; è Marcello Orlando, con la sua Reflex, a girovagare per Palermo alla ricerca dei soggetti perfetti per i suoi scatti.

Marcello Orlando.

Marcello Orlando, in arte SatanProvokator, classe ’77 nasce a Palermo e cresce con la forte passione per la musica; a 12 anni inizia il suo percorso imparando a suonare la batteria, mentre, a 16, introduce la chitarra elettrica e affina con essa le sue abilità tecniche nel campo della musica.

Nell’ultimo anno scopre un successivo amore che lo accompagnerà nel corso di tutti questi mesi fino ad oggi: la fotografia. La bellezza dei soggetti che Marcello fotografa sta in ogni dettaglio, persino quelli che normalmente non riusciremmo a cogliere, ed è una perfetta bilancia tra fascino e attrattiva: dai tatuaggi vistosi di ogni tipo pronti a coprire ogni piccolo lembo di pelle nudo, body modifications, capigliature appariscenti, chiodi di pelle e infinite toppe di band musicali, a sorrisi imperfetti e sguardi penetranti in grado di riscrivere il vissuto del soggetto e l’intesa che traspare all’interno di un gruppo o una coppia di innamorati. 

Ho deciso di intervistare Marcello, per poter accompagnare voi lettori nel suo mondo, andando a scoprire la storia personale e i suoi primi passi, fino alla visione che ha dell’arte della fotografia in questo contesto.


Ciao Erika, la passione per la musica nasce sicuramente prima. Sono classe ’77 e sin da bambino ho ascoltato tutta la musica che ho potuto, di ogni genere, in ogni lingua, mangianastri, giradischi, compact-disc eccetera. Da adolescente ho poi fatto le mie prime esperienze con le varie scene underground tra centri sociali e occupazioni varie. Nell’arco del tempo ho così conosciuto vari esponenti della suddetta scena e stretto preziose amicizie nell’ambito della musica “alternativa”, e più in generale “underground”, senza limitazioni di sorta riguardo al tipo di musica. Quella della passione per la fotografia è in realtà una “novità”; ho scattato la mia prima foto con la reflex digitale che oramai ho sempre in spalla dalla fine del Maggio 2024. E da quel momento, che mi si creda o no, ho scattato sempre e solo di notte migliaia di foto a sconosciuti, conoscenti ed amici. Da quella che è nata come una passione sto cercando adesso di trarne fuori le competenze per ottenere risultati che mi consentano di trasformarla in una professione vera e propria.

Beh, come accennavo prima, la scena Metal o comunque Metal Underground è un po’ l’acqua nella quale ho imparato a nuotare nel corso degli anni, di conseguenza prediligo sicuramente l’estetica di questo ambiente per forza di cose. Credo, in ogni caso, che con le giuste intenzioni e con un certo “piglio” possa diventare visivamente interessante ogni scena di ciascun genere musicale.

Quelli che non piacciono ai soggetti che ritraggo! E non scherzo; sin dagli esordi ho cercato di stabilire un approccio “differente” con le persone che ho fotografato, cercando di conoscerne a grandi linee i lineamenti interiori prima di ritrarne gli esteriori. Da qui viene anche il “nomme de guerre” che ho adottato sui social: “Satan Provokator”. L’aspetto provocatorio del mio approccio ai soggetti delle foto è qualcosa a cui ho sempre tenuto per poter dare “vita” e “calore” ai ritratti, e sbrigativamente potrei descriverlo come un tipo di approccio tra il serio ed il faceto, l’ironico ed il tragico, che cerco di verbalizzare e incarnare negli attimi che precedono molte delle foto che ritengo le più riuscite tra quelle che ho scattato finora.      

In realtà questo non è mai stato il mio obiettivo principale, ma credo certamente che i miei scatti, insieme a quelli di tantissima altra gente brava quanto e più di me, contribuiranno a tenere memoria di tutto l’impegno e la vitalità che anima la scena metal.

Certamente; la volontà di allargare gli orizzonti ai concerti, festival ed eventi in generale che siano legati a questo ambiente è nei miei piani da tempo. Per la verità è una cosa che già è in atto; come ricordavo in prima, faccio parte della scena, seppure con momenti nei quali per forza di cose non ho potuto essere presente quanto avrei voluto, da 30 anni. La differenza è che adesso partecipo con una reflex digitale e con il mio senso dell’umorismo che spesso rischia di procurarmi più guai che altro, ma che a volte riesce a tirare fuori degli scatti di cui vado fiero. In conclusione vorrei ringraziarti per questa opportunità che hai dato a me e a tutti quei musicisti che conosco, per aver realizzato questo articolo divulgativo e puntuale su quella che in fondo è una scena piena di amici di lunga data oltre ad essere i soggetti di alcuni tra i miei scatti migliori.


Proprio in questi giorni ho avuto il grande piacere di apprendere, tramite un messaggio privato di Marcello, l‘inaugurazione della sua prima mostra fotografica presso il pub Krust in via Dante, a Palermo. A partire da giovedì 31 ottobre 2024, in occasione della notte di Halloween, il Krust Pub di Palermo inaugura “(S)EXHIBIT/SATAN PROVOKATOR”, la nuova rassegna fotografica settimanale firmata dal fotografo palermitano Marcello Orlando, noto con il nome d’arte Satan Provokator. Dopo l’inaugurazione, l’evento si terrà ogni lunedì, dalle 19:00, trasformando il pub in uno spazio dove arte, horror e musica si fondono. Vi invito dunque a fare un salto in Via Dante 19 per assaporare l’estetica cruda e grottesca degli scatti di Marcello Orlando che mescolano la tecnologia dell’intelligenza artificiale alla fotografia tradizionale urbana.


Nel corso di questo articolo, e più in generale del mio progetto sulla musica punk e metal, abbiamo ripercorso gli eventi che hanno reso questi due generi base cardine di un cambiamento musicale e sociale mai visto prima. Nonostante le diverse disavventure che hanno accompagnato la musica metal e punk nel corso di questa narrazione, abbiamo imparato a concentrarci su aspetti più reali e oggettivi della musica che fortunatamente hanno modo di discostarsi dai presunti mali che la riguardano.
Mi sento di dover infine aggiungere che ogni cosa in questo mondo, così come la musica estrema di cui ho parlato, va presa con le pinze e con criterio, per cui non è impossibile che possa andare ad influenzare soggetti più deboli. Trattate la musica come valvola di sfogo sana, traetene da essa la vostra ideologia personale, fate sì che formi la vostra individualità, ma fatelo sempre con ragionevolezza ed intelligenza. Amare generi estremi e violenti non è sinonimo di personalità ferocia e aggressiva, e mai dovrebbe esserlo.

– Sam Dunn

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