Appalachian Mountains: un viaggio nella storia e nelle leggende della catena montuosa più chiacchierata d’America.


La regione dell’Appalachia, negli Stati Uniti dell’est, conta ben 3500km di sentiero che attraversa 14 stati, dalla Georgia al Maine, sei parchi e otto foreste nazionali. Prima dell’urbanizzazione, risalente ai primi anni ’90, l’Appalachia era terra di boschi fitti, montagne imponenti e pochissime strade; la povertà e il degrado dilagavano a vista d’occhio e la comunità degli Appalachi iniziò sempre più a sperimentare la denigrazione e l’emarginazione.
Fu per questo che, attorno agli anni ’60, il Presidente John F. Kennedy fondò il President’s Appalachian Regional Commission nel tentativo di risollevare l’area da tutte le male sorti che la stavano affliggendo, e proprio a quel punto l’attenzione mediatica portò inevitabilmente alla circolazione degli scatti del fotografo Shelby Adams, che ritraevano la miseria e la povertà in cui vivevano gli abitanti dei Monti Appalachi.

La carriera fotografica di Shelby Lee Adams (nato il 24 ottobre 1950 ad Hazard, in Kentucky) comincia attorno agli anni ’70, quando inizia a ritrarre, attraverso Polaroid e con filtro in bianco e nero, la grande comunità di cui lui stesso fa parte. Shelby pone al centro delle sue fotografie sempre soggetti umani, spesso ritratti mentre conducono semplici attività lavorative di routine nelle loro baite o, ancor più semplicemente, ne cattura gli sguardi.

Sguardi di un vissuto immensurabile, fatto di piccole cose e di una vita umile e dignitosa; Shelby Adams punta proprio alla dignità pura dell’essere umano. Egli infatti, ogni estate per oltre 40 anni, si è recato sulle montagne all’interno di centinaia di abitazioni, restandoci per intere giornate o talvolta settimane, solo per trovare lo scatto, il momento o l’espressione giusta.

”La controversia sul mio lavoro per come la vedo io è perpetuata dalla nuova classe media che ora vive in case di mattoni sui fianchi delle colline o in roulotte a doppia larghezza, e si vergogna quando vede le mie foto. Alcuni dicono ”non sembriamo così, questi fotografi stanno cercando di farci fare solo brutta figura”, ma non vedono che sto preservando uno stile culturale di vita rurale che sta scomparendo dall’America. Queste sono le persone che mi interessa fotografare, rappresentano la cultura autentica che ha un proprio aspetto e valori, come i miei nonni. Ora quell’aspetto della cultura di montagna sta scomparendo.”
I libri fotografici di Shelby Lee Adams: Appalachian Portraits (1993), Appalachian Legacy (1998), Appalachian Lives (2003) e Salt & Truth (2011).

Per percorrere l’intero sentiero degli Appalachi sono necessari almeno 6 mesi; oltre tre milioni di persone, ogni anno, camminano per alcuni tratti del sentiero, mentre più di tremila sono thru-hiker e lo percorrono interamente.
L’intero cammino è un’esperienza certamente totalizzante in grado di mettere alla prova la forma fisica e mentale di chiunque, ed è per questo che solo i più temerari hanno il coraggio e la volontà di percorrerlo tutto.

Nel 1955, Emma Rowena Caldwell Gatewood, meglio conosciuta come Grandma Gatewood, fu la prima donna ad aver percorso l’intero sentiero degli Appalachi, totalizzando un tragitto di ben 3.489 km all’età di sessantasette anni; una vittoria e una soddisfazione personale senza precedenti.

Terra di percorsi spirituali e di hiking, i Monti Appalachi sono però stati, e sono ancora oggi, anche al centro di numerose tragedie e scomparse.

Scatti di Antonio Lombardo.

Fu un dolcissimo bambino che il 14 Giugno del 1969, mentre giocava con suo fratello e altri ragazzini, si allontanò e scomparve, come inghiottito dalla foresta, dando il via alla più grande ricerca nella storia delle Great Smoky Mountains. Immediatamente dopo la sua scomparsa gli adulti iniziarono a perquisire rapidamente ogni centimetro battuto, camminando su e giù per i sentieri alla ricerca del piccolo Dennis, ma quando calò la notte, sulla boscaglia si avventò un terribile temporale che cancellò ogni traccia di possibili impronte da seguire.
Alle prime luci dell’alba, il 15 Giugno, il National Park Service mise assieme un equipaggio di oltre 30 persone, che presto raggiunsero le 240, tutte alla ricerca del bambino disperso. Qualche giorno dopo, giorno del settimo compleanno di Dennis, la squadra di ricerca arrivò a 800 persone, che includevano membri della Guardia Costiera, Nazionale Aerea e del National Park Service, fino a raggiungere un picco di 1.400 ricercatori.
Purtroppo, come avrete potuto intuire, ogni sforzo, persino a distanza di mezzo secolo dopo, fu totalmente inutile; di Dennis Lloyd Martin non si ebbero più tracce e nessuno ad oggi sa cosa gli possa essere successo, ma le teorie sul web furono delle più disparate. C’è chi crede che il piccolo sia stato attaccato da un orso o da animali selvatici nel parco, e c’è chi pensa invece che sia stato vittima di un rapimento da parte di umani cannibali che si dice vivano all’interno del parco nazionale ancora oggi, e che furono durante il corso del tempo la causa principale di centinaia di sparizioni nella zona.

Conosciuta dai suoi amici come Gerry, scomparve il 22 luglio 2013 dopo aver lasciato il rifugio Poplar Ridge Lean-to, ad appena un giorno di cammino dal punto in cui si sarebbe ritrovata col marito. Tentò di inviare degli sms a quest’ultimo:〝Sono un po’ nei guai, ho lasciato il sentiero per andare in bagno e mi sono persa. Chiedi all’Appalachian Mountain Club se c’è uno dei manutentori del sentiero che può aiutarmi. Sono da qualche parte a nord della strada tra i boschi, Xoxo.〞. Ieri mi sono persa. Sono tre o quattro miglia fuori dal sentiero, chiama la polizia per chiedere cosa devo fare, per favore.. I messaggi non vennero mai ricevuti.
Il corpo di Geraldine venne ritrovato due anni dopo, accanto al diario su cui ogni giorno aveva scritto di tutto ciò che le stava accadendo tra la fitta boscaglia da cui poi non riuscì più ad uscire.
[…] Quando troverete il mio corpo per favore avvertite mio marito George e mia figlia Kerry.〞. Geraldine resistette per oltre un mese in quella foresta, conscia ormai del triste destino a cui stava andando incontro, e insieme alla sua resa arrivarono anche le ultime righe disperate su quel quaderno. […] Sarà una grande cortesia nei loro confronti fargli sapere che sono morta e dove possono trovarmi, non importa quanti anni saranno passati..
A trovare il suo corpo, che giaceva proprio accanto alla sua tenda e al suo sacco a pelo, fu un’escursionista; accortosi di una bottiglia d’acqua mezza piena accanto a Geraldine era più che ovvio dedurre che non morì di sete, ma di stenti e denutrizione.

Ebbene vorremmo fosse semplice rispondere in modo imparziale a tale domanda, ma come ogni luogo di mistero che si rispetti, tenendo conto dei suoi lunghi sentieri infidi che hanno causato le sparizioni di moltissime persone, i Monti Appalachi hanno storie e leggende macabre secolari.
Le rocce situate al centro degli Appalachi hanno un origine che risale a quasi 1,2 miliardi di anni fa, il che rende il paesaggio più antico della maggior parte della vita sulla Terra. E’ dunque difficile avere la certezza su cosa si nasconde tra l’immensa selva, ma non è impossibile immaginare di poter trovare al suo interno forme di vita di natura sconosciuta all’uomo. Per decenni ci si è interrogati sugli strani fenomeni che avvenivano, e avvengono ancora, nelle montagne Appalachie, ma nulla di certo è mai stato rinvenuto, se non una serie di leggende e avvistamenti particolarmente inspiegabili. Nell’ultimo periodo sembra proprio che l’argomento sia tornato in voga sui social, e molti abitanti del posto ne parlano e raccontano delle loro esperienze allegano persino video e foto degne di un film dell’orrore.
Una volta avventurati all’interno del sentiero potreste imbattervi in alcune delle creature soprannaturali più famose al mondo, che si dice si aggirino nel cuore della notte tra gli abeti e i pecci rossi.

Il vampiro della Virginia

[…] meglio noto come chupacabra, il vampiro della Virginia Occidentale è una creatura leggendaria cui caratteristica principale sarebbe quella di attaccare e uccidere animali domestici bevendone il sangue.

Il Raven Mocker

[..] conosciuto come Kâ’lanû Ahkyeli’skï, nella mitologia è l’entità più temuta tra le streghe Cherokee. Sono spesso raffigurati come persone anziane, e le loro sembianze innocenti e fragili permettono di depredare i più vulnerabili, in particolare i malati o i morenti, per sottrarre loro la forza vitale da cui potranno estendere il loro tempo sulla Terra.

Il Bigfoot

[…] detto anche Sasquatch, è una delle creature leggendarie più celebri nella cultura statunitense. Le sue sembianze sono quelle di una grossa scimmia alta dai 2 ai 3 metri.

Il Mostro di Flatwoods

[…] noto anche con il nome di Mostro di Braxton Country, è una presunta entità extraterrestre alata avvistata per la prima ed ultima volta nel Settembre del 1952 a Flatwoods, cittadina nella Virginia Occidentale.

L’Uomo Falena

[…] o Mothman in inglese, è una creatura leggendaria metà uomo e metà falena. Avvistata nella seconda metà del novecento in Virginia e in Ohio, l’uomo falena è caratterizzato da due occhi rossi, è dotato di ali e di una velocità straordinaria. Pare che questa figura sia legata al famoso disastro del Silver Bridge, avvenuto nel 1967, che ha causato 46 morti; per questa ragione, il Mothman, pare essere un presagio di sventura.

I Giganti dagli Occhi di Luna

[…] noti come The Moon Eyed Men in inglese, governarono, secondo una leggenda tramandata dagli indiani Cherokee, gli americani. Tali creature, come il nome stesso fa intuire, erano capaci di vedere al buio, e le zone da loro abitate erano proprio gli Appalachi. In queste zone sono state rinvenute delle ossa, attribuite a degli uomini mastodontici.

Il Gatto Wampus

[…] secondo la leggenda sarebbe una bizzarra creatura felina con tratti umanoidi. A Johnston County, nel 1964, vi furono 34 segnalazioni di aggressioni nei boschi da parte della stessa creatura appena citata. I testimoni descrissero la figura come una donna alta e ricoperta di pelo che si aggirava in quella zona in posizione eretta o a quattro zampe; numerose furono le battute di caccia alla ricerca del Wampus, ma risultarono nulle.

Molte di queste misteriose creature sono arrivate oggi alle nostre orecchie soprattutto grazie allo show televisivo americano Mountain Monsters, una sorta di reality documentaristico andato in onda in Italia su DMAX dal 2013 al 2021. La serie ha come protagonisti gli Appalachian Investigators of Mysterious SightingsA.I.M.S, o più semplicemente investigatori di avvistamenti misteriosi sui monti Appalachi, e narra delle loro avventure alla ricerca delle creature leggendarie più famose della loro zona.

Ad alimentare il terrore collettivo nei confronti dell’Appalachian Trail sono le numerose testimonianze di chi in quei boschi ci è cresciuto, e ci abita. E’ divenuta estremamente virale la lista di regole che qualcuno ha ben pensato di realizzare per allertare chiunque si avventuri in quelle località.
Morgan Lambert, una content creator di successo negli Stati Uniti che documenta il folklore e i miti delle sue terre, ha detto: 〝Se vieni sui Monti Appalachi cerca di non guardare fuori dalla finestra o di uscire quando il sole tramonta, e se vedi qualcosa di strano nel buio, fai finta di non averlo visto.〞.

Scatti di Western Mass Hilltown Hikers.

  1. Se senti il tuo nome sui Monti Appalachi non rispondere. Soprattutto se sei solo di notte o se quella voce ti sveglia da un sonno profondo non dare retta, continua a camminare, o se ti svegli non tornare a dormire.
  2. Non fischiare o cantare nel bosco. Se fischi allerti tutta la foresta e le indichi dove ti trovi, e fidati quando ti dico che non vuoi che alcune di quelle cose lì fuori conoscano la tua posizione.
  3. Se senti delle urla, soprattutto quelle di una donna, ignorale e non cercare di trovare la fonte. Se segui quell’urlo, probabilmente nessuno troverà mai il tuo corpo.
  4. Quando chiudi la tenda la notte prima di dormire, assicurati di chiuderla ermeticamente.
  5. Se vuoi dormire sotto le stelle, accendi un fuoco abbastanza grande da bruciare tutta la notte fino all’alba. Non è per tenerti al caldo.
  6. Non guardare mai troppo attentamente tra gli alberi e non abbandonare mai il sentiero segnalato.


Chiunque conosca i Monti Appalachi, o chiunque ci viva, vi metterà in guardia sin da subito e scatenerà in voi, magari, anche un certo timore che vi farà passare la voglia di diventare i prossimi escursionisti scomparsi.
Proprio perchè la parola ”leggenda” parla da sé ed è abbastanza esplicativa, vorrei riportarvi, alla conclusione di questo articolo, con i piedi per terra per delineare le vere tragedie nei boschi più chiacchierati d’America.

Ogni anno, in media, 6 persone scompaiono nel sentiero degli Appalachi. Secondo The Appalachian Trail Conservancy sono stati registrati almeno 11 omicidi dal 1974, una media di uno ogni quattro anni.
Sebbene questi tragici episodi siano rari, servono come memorandum per ricordarci che anche nel mezzo di una bellezza selvatica e paesaggistica come questa, l’oscurità umana, e dell’inevitabile natura imprevedibile, è sempre alle porte ed è dunque bene prestare la massima attenzione.

La meravigliosa fauna degli Appalachi è caratterizzata da: alci, orsi, castori, linci, coyote, opossum, volpi, topi muschiati, salamandre, serpenti, pesci gatto, orate, cinghiali, puzzole, procioni, lynx.