METAL E PUNK A PALERMO: ENERGIA RIBELLE Ⅰ PARTE.
L’influenza della musica, nel corso del tempo, ha portato ad ingenti e significativi cambiamenti sociali e politici, ma, per il benessere psicofisico dell’uomo, ha avuto impatto maggiore; essa, infatti, è in grado di attenuare lo stress e modulare la pressione sanguigna, la temperatura corporea e persino la tensione muscolare. I principali due generi, e le loro loro subculture, trattati in questo articolo saranno il punk e il metal che, come vedremo, hanno influenzato e cambiato totalmente la storia della musica.
L’ORIGINE DEL PUNK E LA SETE DI RIVOLUZIONE: DAGLI USA ALL’UK
La musica punk cominciò a farsi spazio negli Stati Uniti nei primi anni settanta, tra le strade della East Coast, in particolare a Detroit e New York City. Si dice che la primissima apparizione del genere sia stata all’interno del club musicale CBGB di New York, nel 1974. Il ‘Country, BlueGrass and Blues’ club, situato all’indirizzo 315 di Bowery Street, come ci suggerisce il nome, non aveva alcuna intenzione di introdurre nuovi generi musicali all’infuori di quelli che avevano sempre caratterizzato il posto; l’arrivo dei Ramones al CBGB cambiò tutte le carte in tavola, segnando una nuova era per la musica e trasformando il club in quello che oggi è conosciuto come il tempio del punk.
Scatti di Danny Fields.
I Ramones sono stati un gruppo musicale punk rock statunitense formatosi a Forest Hills, nel Queens, nel Marzo del 1974.
In concomitanza con gli Stati Uniti, nell’Inghilterra del ’72, a Londra, nacquero i The Strand. Nel ’75 si ribattezzarono Sex Pistols e diedero ufficialmente vita al movimento punk nel Regno Unito, contrassegnandosi come padri dell’anarchia musicale e maggiori esponenti del genere. Conosciuti per i loro testi provocatori e le loro azioni rivoluzionarie, i Sex Pistols nel Giugno del 1977 parteciparono al giubileo d’argento della regina, suonando a tutto volume God Save The Queen e sfidando così tutta la famiglia reale in persona.
Con il loro singolo Anarchy In The UK infiammarono i palchi di tutta Inghilterra, opponendosi alle autorità pubbliche e scatenando l’ira e la fomentazione delle classi povere del paese; la loro musica creò il mezzo perfetto per schernire ogni cultura dominante abbattendo ogni tipo di oppressione, permettendo a tutti quelli che lo volevano di formare, da quel momento in avanti, una band punk per divulgare liberamente il proprio pensiero personale senza filtri.
❝Minate la loro pomposa autorità, rifiutate i loro standard morali, fate dell’anarchia e del disordine i vostri marchi. Causate più caos e distruzione possibili, ma non lasciate che vi prendano vivi.❞
– Sid Vicious, Sex Pistols.
Il punk non si limitò quindi a rimanere tra le parentesi della musica, ma si espanse diventando un’ideologia vera e propria che influenzò l’arte, la poesia e la ribellione politica. Divenne un movimento pro anarchia con la necessità di creare qualcosa di nuovo che sovrastasse il mondo commerciale tutt’attorno.
Ma, fu anche il punto di svolta per la moda; la cultura punk portò nel mondo un cambiamento radicale a livello estetico. Catene al collo, vestiti strappati e piercing ovunque diedero poi origine a marchi di grossa importanza, ispirandoli, come quello di Vivienne Westwood, madrina del Punk.
Alcuni dei gruppi punk degni di nota, Ramones e Sex Pistols a parte, che oggi conosciamo e che vi cito sono i Black Flag, i Buzzcocks e Iggy and the Stooges.
I PRINCIPALI SOTTOGENERI
- L’Hardcore Punk, caratterizzato da riff semplici, alta velocità della musica, sonorità aggressive e distorte e scream. I testi dell’HC trattano generalmente problematiche di tipo sociale, politico e individuale. Un esempio ne sono i Black Flag.
- L’Anarcho Punk, una vera e propria ideologia anarchica, caratterizzata da temi sul femminismo, sui diritti degli animali e sul sociale. All’interno di questo sottogenere troviamo band come i Conflict o i Crass.
- Il Glam Punk, ispirato al fenomeno adolescenziale del bubblegum pop e mescolato al primissimo rock&roll. Gli esponenti maggiori del Glam sono, ad esempio, i New York Dolls.
- Il Deathcore, sottogenere che fonde metalcore, death metal e hardcore punk. Gli artisti deathcore più celebri sono oggi i Lorna Shore, i Bring Me The Horizon, i Whitechapel e i Carnifex.
- Il Grindcore, ramo estremo dell’hardcore punk, tratta generalmente di temi forti riguardanti la società, la politica, lo splatter e la pornografia. Massimi esponenti sono i Napalm Death e i Pig Destroyer.
- Il Crust Punk, contaminato dal metal estremo, presenta tematiche pessimiste concentrate sul sociale e sul politico, ed è influenzato dall’Anarcho Punk. Un esempio ne sono gli Hellbastard.
- L’Horror Punk, caratterizzato da testi e immagini morbose e violente ispirate ai film horror o di fantascienza. All’interno di tale sottogenere troviamo band famosissime come i The Misfits e i Blitzkid.
IL PUNK ESTREMO E FUORI CONTROLLO DI GG ALLIN
Jesus Christ Allin, animo irrequieto, ribelle e sadico, nasce nel 1956 nel New Hampshire da un padre fondamentalista religioso che scelse questo nome per suo figlio convinto fosse la reincarnazione del Messia; ci mise poco a capire che sarebbe stato tutto l’opposto di quel che sperava.
Con una valanga di temi che giravano attorno alla violenza e alla misantropia, la musica di Allin era spesso mal registrata e mal prodotta; pessime sonorità e distribuzioni limitate che andarono incontro a recensioni per lo più negative da parte della critica.
Vi starete chiedendo perchè Jesus Christ Allin si è aggiudicato un posto speciale ed esclusivo, tutto per sé, nel mio articolo… Bene, vi basti pensare che AllMusic lo definì ”il degenerato più spettacolare nella storia del rock n’ roll’‘.
Nessuno, e sottolineo nessuno, ha il coraggio di fare quello che fa lui sul palco. Allin non ha pudore, regole, controllo e finzioni addosso a lui.
Incarna perfettamente il senso di inadeguatezza e di anarchia più profonda. Incarna l’essenza del punk con tutto l’amaro in bocca. GG Allin è la parte più infima, bassa e degna di totale censura della musica punk di quel tempo.
Ogni anno, Allin, minaccia di uccidersi sul palco puntualmente durante la notte di Halloween. Ogni 31 di Ottobre di ogni anno, come da rituale, lo passa dietro le sbarre. Una volta qualcuno osò chiedergli come mai non avesse mai dato seguito alle sue minacce di suicidio: “Con GG non hai mai ciò che ti aspetti, ma solo ciò che ti meriti“, rispose Allin.
Dopo una vita folle e squilibrata, ma certamente unica, Jesus Christ Allin morì di overdose nel ’93 all’età di soli 36 anni, rimanendo però sempre fedele fino all’ultimo suo respiro al suo credo personale: Live Fast Die.
Nulla da ammirare nelle sue gesta da decerebrato, ma la musica genuina senza censure di GG Allin ed i suoi folli concerti sono ormai morti e sepolti con lui, costretti a non ripetersi mai più. Resterà, in ogni caso per questa ragione, il più scandaloso artista punk di tutti i tempi senza eguali.
IL CAPOLUOGO DELLA SICILIA SI TINGE DI ROSSO PUNK
Ci catapultiamo adesso nella città di Palermo, preziosa perla del sud arabo-normanna e patrimonio culturale.
La musica ha unito Palermo e l’ha resa oggi un insieme di suoni sublimi, udibili da ogni strada del centro storico.
In particolar modo, per questo articolo, voglio addentrarmi con voi all’interno della scena punk underground di questa bellissima città.
Scambiando due chiacchiere con le quattro band che vi presenterò oggi è stato difficile non notare la fame di riscatto, la passione sconfinata e l’amore verso la musica, in particolare proprio verso il punk. Ecco perchè ho deciso di intervistarle; il miglior modo per comprendere, ed alimentare la conoscenza, è quello di mettere chi legge faccia a faccia con chi oggi il punk lo produce e lo suona.
ERASER
Durante la fine del 2014, mentre una band muore, a Palermo ne nascerà una successiva dal sapore tutto grind: gli Eraser, composti da Dario Aka Ramses alla chitarra, Anselmo Calaciura aka Krosty al basso, Vik alla voce e Vinz alla batteria.
Gli Eraser si classificano infatti all’interno del ramo grindcore dell’hardcore punk, prendendo come fonte di ispirazione i Napalm Death e i primi Carcass. «..dalle ceneri degli Alienazione, ex gruppo in cui suonavamo io e Walter (primo batterista degli Eraser ed attuale batterista degli Spasticus), nascono gli Eraser. Se con gli Alienazione si può dire che facevamo una nostra versione sghimbescia dei Cryptic Slaughter e dei D.R.I., da dopo l’ingresso di Dario (chitarra) e di “Tom” G. Prophet (voce), abbiamo cominciato a renderci conto dei nostri limiti tecnici ma anche dell’intensità che potevamo sprigionare spingendo sull’acceleratore. Registriamo un demo, seguito a stretto giro da un primo concerto last minute al Rocket Bar (ho ancora il flyer appeso su un armadio); fu molto divertente perchè avevamo meno di dieci minuti di scaletta e non sapevamo suonare assolutamente nient’altro, ragion per cui abbiamo semplicemente ripetuto il tutto un paio di volte eheh… » ci racconta Anselmo.
Il nome degli Eraser è ispirato alla famosa pellicola di David Lynch ‘Eraserhead‘, successivamente accorciato in Eraser «..abbiamo ignorato bellamente il fatto che comunque ci siano degli omonimi anche in questo caso, ma forse ci suonava meglio, chissà…». Il primissimo lavoro degli Eraser risale al 2015, con il rilascio della demo ‘Fuck Off And Grind’. Più gli anni passano più la band affina le proprie capacità tecniche musicali, sfornando nel 2016 un 7” split con i Rats of Society, nel 2020 ‘Mutual Overkill Deterrence LP’, nel 2021 un secondo split dal nome ‘Pleasure of the Flesh… Horrors of the Grave / Siege by Machinery’ con la band YKOF, e, infine, il loro ultimo lavoro nel 2024 ‘Harmony Dies LP‘. Gli Eraser porteranno la loro musica live a Palermo presso l’Alibi, il Roxanne, il Centro Sociale Anomia e l’Ex Karcere. Inoltre parteciperanno alla 2° edizione del Palermo Punk HC nel 2016 e al MinchiaRura Extreme Fest, e si esibiranno alla Palestra Lupo di Catania, al Centro Sociale Baraonda di Segregate (MI) e al Bahnhöfli in Svizzera. Ad introdurci al mondo del grind e a raccontarci degli Eraser oggi è Anselmo Calaciura, bassista della band.
L’INTERVISTA
Ciao Anselmo, chi sei? Raccontaci qualcosa di te.
Ciao! Innanzitutto, grazie per questo spazio concesso a noi Eraser e agli altri del giro Metal/Punk di Palermo coinvolti nell’articolo. Riguardo a me, non è importante sapere chi io sia, basti sapere che mi piace ascoltare, collezionare e suonare musica rock in senso lato, per lo più dai precursori dell’heavy metal e del punk rock in su (o in giù a seconda dei punti di vista), per intenderci dai King Crimson agli Anal Cunt eheh.
Come vi approcciate alla produzione in studio e come nasce un album degli Eraser?
Come tutti gli altri gruppi, immagino: qualcuno ha un riff, un’idea o magari un pezzo intero, lo propone in sala al resto del gruppo e ci si lavora su. Raramente, ma è successo, è il testo – o una frase – a nascere prima dei riff. In studio cerchiamo di fare tutto il più tirato ed in meno tempo possibile, in maniera tale da cogliere sempre la stessa atmosfera per tutti i pezzi all’interno del disco, il che si sposa bene con l’abitudine di registrare in presa diretta cercando di non fermarsi troppo spesso, come fosse una scaletta dal vivo.
Qual è il significato più profondo o personale di una delle vostre canzoni?
Non saprei, sono tutti molto personali, ovviamente dipende anche da chi li scrive, per lo più Dario ed io. Quanto alla profondità, non riteniamo di essere né Bob Dylan né di scuola shakespeariana, ci piace parlare sia di cose reali e vicine a noi sia di deliri più o meno distopici o orrorifici.
Cosa significa per voi essere parte della comunità metal a Palermo?
Più che di comunità metal, parlerei di circuito underground, dedito a pratiche DIY, ovvero fare concerti e produzioni dal basso, possibilmente in spazi autogestiti o comunque non estranei alla nostra attitudine. Penso che, ad esempio, noi Eraser abbiamo avuto la fortuna di conoscere un po’ di persone, per di più divenuti nel tempo nostri amici ed amiche, attive da diverso tempo prima di noi e che ci hanno saputo trasmettere l’interesse e la motivazione per fare le cose per bene: dal prendere i contatti e fare rete, prima in città e poi fuori, al muoversi nel modo giusto per fare un’uscita discografica a modo. Se i gruppi interagiscono con il resto della “scena”, cercando di lavorare insieme e creare delle realtà comuni, alla fine anche i posti, i promoter ed i singoli gruppi finiranno per giovarne nel loro piccolo. Ad esempio negli ultimi anni, anche grazie ad un nuovo cambio generazionale all’interno del giro, si è riusciti a tirare su diversi concerti, un paio di festival; c’è sempre più possibilità modo di accogliere gruppi in tour, mentre i gruppi di qui vengono più facilmente introdotti in un giro più ampio, facendo rete con altre realtà in Italia e fuori. Basta non fare le rockstar e sbattersi un po’, dato che più si è e meno si fatica e più ci si diverte, se ben organizzati…
Ti ringrazio Anselmo. Gli Eraser stanno già lavorando a nuovo materiale? Se sì, cosa possiamo aspettarci?
Il 30 Settembre è uscito il nostro secondo album, Harmony Dies, direi che per un tot siamo apposto – anche se – in realtà c’è un’altra cosa già registrata che uscirà tra un po’… quindi la risposta è no, ma potete comunque aspettarvi dell’altro in arrivo presto. Per concludere vorrei dire che mi sembra interessante che qualcuno voglia parlare della situazione recente dell’underground a Palermo. Si è parlato a volte del periodo anni ’80 – una testimonianza di recente uscita è ad esempio il libro fotografico di Fabio Sgroi “Early Works-1984-1986” – e credo si trovi qualcosa online anche sulla scena punk ed alternativa/sperimentale da metà anni ’90 ad inizio ’00. Perciò, direi che servirebbe un aggiornamento sistematico anche sul periodo dai primi 2000 ad ora, che, almeno sul fronte metal estremo/punk hardcore/grindcore e affini mi sembra il periodo più prolifico per la città. Magari questo articolo può essere un precedente in questo senso, chissà. Intanto, ti ringrazio di averci/mi coinvolti, a presto!
DESCUNCUMIDDATUS
I Descuncumiddatus (o Desc) sono una band HC Punk totalmente nuova, formatasi nel 2023 con: Giuseppe Sanzone aka Jos Curtis al basso e seconda voce, Claudio Zanet alla voce, Corrado Capodicasa alla chitarra e Samuele Arini alla batteria.
E’ proprio Giuseppe Sanzone, con la volontà di voler portare aria nuova all’interno della scena hardcore punk di Palermo, a fondare i Descuncumiddatus «Abbiamo avuto molta fortuna perchè ci siamo subito ambientati nella scena alternativa e, con il tempo, siamo anche riusciti a far conoscere noi stessi, e l’impegno che mettiamo nella nostra musica è stato riconosciuto». L’intento iniziale dei Desc era quello di farsi strada come band di stampo extreme metal, ma, col tempo, grazie alla loro chimica musicale e alla loro naturale predisposizione verso sonorità estremamente più martellanti e pesanti, hanno capito che la strada giusta da intraprendere sarebbe stata proprio quella dell’hardcore punk.
Per il momento i Descuncumiddatus non contano alcun EP, ma è disponibile su YouTube una DEMO composta dai seguenti brani: 0. Intro, 1. Bunker State, 2. Blender, 3. Tel Aviv Paradise, che ci auguriamo tutti di sentire al più presto all’interno di una registrazione EP.
I quattro giovani musicisti non sembrano essere nuovi ai locali notturni underground e ai centri sociali palermitani, contano infatti numerosi live all’Alibi Pub, al Roxanne, all’Ex Karcere al Centro Sociale Anomalia. In una occasione hanno partecipato ad un live presso Palestra Lupo a Catania.
A portarmi all’interno del mondo dei Descuncumiddatus oggi è Giuseppe Sanzone, bassista e porta voce per questa intervista.
L’INTERVISTA
Ciao Jos, chi sei? Raccontaci qualcosa di te.
Il mio nome è Giuseppe Sanzone, ho quasi 21 anni e vengo da Palermo e studio scienze della comunicazione. Amo la scrittura (poesie, prose, semplici racconti privati) e la lettura (particolarmente romanzi russi o comunque europei di fine 800). Un’ altra delle mie passioni è sicuramente il cinema di stampo neorealista italiano, e nel tempo libero mi diletto anche a creare quadri in formato digitale. Tutto ciò che scrivo, racconto e suono amo farlo notare al mondo intero. Amo viaggiare e perdermi; le mie due passioni principali riguardano la squadra del mio cuore, nonché Palermo e, scontato da dire, la musica.
Potresti spiegarci il significato dietro il nome della vostra band Descuncumiddatus?
Il nome Descuncumiddatus nasce spontaneamente in un momento di goliardia in compagnia di un mio caro amico, che si definisce scherzosamente come “scuncumiddato”. Scuncumiddato, nel dialetto siciliano, sta ad indicare una persona con la testa fra le nuvole e impacciata. Per me, l’essere uno scuncumiddato può definirsi come lo stravolgimento della comfort zone di ogni individuo attraverso ciò che esso esprime a 360°. Non importa se agli occhi della gente potresti sembrare stupido, tu fallo. Mostra sempre il lato più pazzo e portalo in cima al mondo.
Cosa cercate di trasmettere attraverso i vostri testi?
A dire il vero non ci siamo mai posti cosa voler trasmettere alla gente riguardo i nostri testi: posso sicuramente dirti che siamo molto consapevoli che quando scriviamo qualcosa, cerchiamo di entrare dritto in testa alle persone magari non abbienti al genere punk. Difatti, una composizione viene scritta appositamente per essere diretta, veloce e tagliente come meglio sappiamo fare – e dimostrare con la nostra musica. I testi sono un calderone di tutto ciò che ognuno di noi quattro assorbe dalla vita circostante come ad esempio pensieri di stampo politico, sociale o situazioni surreali quotidiane. Mi vengono subito in mente i pezzi “Crackhead”, che descrive allegoricamente ciò che è uno scuncumiddato e “Tel Aviv Paradise” in merito alla situazione tra Israele e Palestina.
Come vedete il futuro della vostra band? State già lavorando su nuovo materiale? Se sì, cosa possiamo aspettarci?
Il futuro è incerto al momento, ma il presente è dalla nostra parte: siamo orgogliosi di quanto fatto fino ad ora e dentro di noi percepiamo di essere entrati nell’immaginario collettivo di “band attiva nella scena alternativa palermitana”, non siamo più dunque quattro ragazzini con un proibito sogno di suonare su un palco. Sono quindi fiducioso che continueremo a migliorarci giorno per giorno, rimanendo sempre coi piedi per terra. Dopo 7 live all’attivo stiamo pensando finalmente di far uscire del nostro materiale: nel mese di ottobre dovremmo lavorare alla pubblicazione di un EP con almeno 8 brani per un totale di 15 minuti.
Ti ringrazio Giuseppe. In conclusione, se doveste descrivere la vostra musica a chi non conosce l’hardcore punk, cosa direste?
La nostra musica è un miscuglio di colori differenti che messi assieme compongono un quadro completo; Il nostro modus operandi è suonare il più sporco e veloce possibile, ed è rimasta cosi la visione che abbiamo dell’HC. Nella nostra musica ci sono spesso certe piccole “gag musicali” che caratterizzano il nostro sound, a parere mio, in modo originale da magari una band punk statica; ad esempio in U.S.A.M.C.C (Un Scanciate A Miedda Cu Cioccolato), un pezzo critica al sistema americano, il nostro chitarrista riprende l’inno americano alle sei corde. Oppure After All, che inizia invece con una sezione di basso e batteria puramente death metal che improvvisamente si elevano ad un brano totalmente jazz. Insomma, usiamo sonorità taglienti e veloci con gusti di idee creative per rendere un brano non noioso ma sicuramente di facile memoria. Tra i nostri punti di riferimento potrai trovare i Black Sabbath, i Disrupt, i Dead Kennedys e gli Electro Hippies ma ci sono anche generi come il powerviolence, il death e lo stoner come componenti che influenzano i nostri brani. Alla fine quello che sta alla base del nostro progetto è semplicemente quello di divertirsi e di crescere come musicisti e persone nell’arco in cui continueremo (si spera ancora per molto) a scrivere pezzi e suonare live. Per concludere, oltre al fatto che conosco personalmente te di persona e apprezzo molto i tuoi lavori, questo progetto è sicuramente il piu suggestivo perchè non solo abbraccia una scena orgogliosa e in salute ma permette di fare un confronto con vari elementi dalla scena e di entrare anche in empatia con questi ultimi.
SPASTICUS
Gli Spasticus nascono nel 2019 portando a Palermo una fusione di Thrash e Grind con influenze Old School Death Metal, con l’attuale formazione composta da Jan Welter alla chitarra e seconda voce, Anselmo Calaciura al basso e voce, Walter Paonita alla batteria e Kevin Giacalone alla chitarra.
La genesi degli Spasticus avviene per mezzo della volontà di Jan nel voler provare a creare della musica, «…ho messo in piedi la prima formazione della band e l’ho avviata inizialmente come una band Thrash Punk, ma quando ho capito che avevamo un sound più vicino al death metal ho deciso di buttarmici e andare in quella direzione.» ci spiega Jan. Durante i primi due anni la band ha subìto un repentino e ripetuto cambio di bassisti causa la loro continua mancanza, fino ad arrivare al coinvolgimento dell’ora amico, Anselmo Calaciura. Il nome degli Spasticus lo si deve al grande poeta del punk Ian Dury, e al suo singolo intitolato ‘Spasticus Autisticus‘.
Gli Spasticus rilasceranno nel 2020 la loro prima demo ‘Fuck Me Before I Die’ con i successivi lavori che includeranno: ‘Horror Chaos Death EP‘ del 2021, lo split ‘Spasticating Execution’ del 2022 con la band italiana Boia e nel 2024 la compilation dal nome ‘A Spazztic Compendium’. La band si esibirà nei locali palermitani underground più noti quali Alibi e Roxanne, portando la loro musica da Palermo a Catania, fino a Reggio Calabria. Ho intervistato per voi Jan Welter, porta voce degli Spasticus per questa intervista, che ci racconterà sogni ed evoluzioni della band.
L’INTERVISTA
Ciao Jan, chi sei? Raccontaci qualcosa di te.
Beh, mi chiamo Jan Daniel Welter, sono classe ’99 e ho dunque 25 anni. Sono olandese da parte di madre e sudafricano da parte di padre, e sono nato a Londra, in Inghilterra. Ora vivo a Palermo dove lavoro come insegnante di inglese e suono in varie band. La mia prima in assoluto è stata quella degli Spasticus, che ho formato perché ho sempre voluto suonare in una band da quando avevo circa 13 anni.
Qual è il progetto Spasticus di cui andate più fieri?
Il progetto o, diciamo, la pubblicazione di cui siamo più orgogliosi è un nostro EP del 2021 intitolato ”Horror Chaos Death”. Dopo aver messo insieme la nostra seconda formazione e aver pubblicato la nostra demo all’inizio del 2020, eravamo pronti a uscire e iniziare a suonare, ma purtroppo sappiamo tutti cos’è successo; l’arrivo del Covid ha spazzato via tutte le speranze o le possibilità di suonare, il che ci ha lasciato con niente da fare se non lavorare a del nuovo materiale nei mesi successivi. Così abbiamo dato vita alla scrittura e alla registrazione di ”Horror Chaos Death”, sicuramente la nostra uscita più provata, pensata e pianificata. Ancora oggi penso che contenga il nostro materiale più forte e le canzoni più conosciute.
C’è stato un concerto o un tour che ha segnato un momento di crescita importante per la band? E quali sono le vostre sensazioni ed emozioni ogni volta che mettete piede sul palco?
Nel Novembre del 2022 siamo stati in tour per circa dieci giorni dove abbiamo girato il Nord Italia, l’Austria, la Slovenia e la Germania; è un periodo che ricordo con molto affetto, avevo 23 anni e ho avuto modo di viaggiare in posti che non avevo mai visto divertendomi un sacco in ognuno di essi. Quando aprimmo il concerto dei Blood, leggende tedesche del grindcore, a Landeck in Austria, fu un vero momento di gloria poiché suonammo in un grandissimo teatro e ricordo che fummo trattati molto bene; fu la prima volta che ebbi una sensazione di fare qualcosa di grande. Quando salgo sul palco non so davvero definire come mi sento, forse libero… Forse potente o onestamente un po’ confuso… Tutto quello che posso dire è che durante il mio primo concerto ero così nervoso che pensavo di vomitare, ma dopo due minuti ho sentito nella mia testa una voce dire ”Ok, ce l’hai fatta”, e da quel momento non mi sono più guardato indietro.
C’è un festival o un palco su cui sognate di esibirvi?
Solitamente non pensiamo mai di suonare in grandi festival come Wacken o Reading e cose del genere, ma suonare all’Obscene Extreme sarebbe un sogno. Ci piacerebbe anche, se parliamo di festival underground più piccoli, suonare al Maryland Death Fest o al Killtown Death Fest.
Grazie Jan. State già lavorando su nuovo materiale? Se sì, cosa possiamo aspettarci?
Abbiamo lavorato per circa un anno al nostro primo album completo; abbiamo perso un po’ di tempo quando Kevin si è unito come seconda chitarra per insegnargli le canzoni, e quando sono partito l’anno scorso per i Paesi Bassi per 4 mesi. Adesso siamo finalmente pronti, l’album sarà registrato probabilmente entro la fine di quest’anno e pubblicato l’anno prossimo. E’ di gran lunga il materiale più concentrato e completo, non vediamo l’ora di farlo ascoltare a tutti. Infine vorrei ringraziarti, Erika, per averci intervistati e inseriti nel tuo articolo. See ya!
MOTIVAZIONE
I Motivazione sono una band di stampo punk/metal; nascono e si formano ufficialmente nel 2022 con Maurizio Di Giovanni come voce del gruppo e prima chitarra, Giorgio Ras alla batteria, Gabriele Basile alla seconda chitarra e Manfredi Paonita al basso.
i Motivazione fotografati da Marcello Orlando
E’ proprio Maurizio a voler creare i Motivazione quando, da Trapani, si trasferisce a Palermo portando in città questo progetto che coltivava già da anni. «La sua proposta non è passata affatto inosservata poichè fatta di idee e brani che, nella loro semplicità, trasmettevano una forte vena identitaria.» ci racconta Giorgio. Quasi subito la band coinvolge e trova, come ottimo compagno di viaggio in quest’avventura, il bassista Manfredi, e insieme a lui inizia la prima bozza di idee effettive. L’anno successivo Gabriele si unisce ai Motivazione come seconda chitarra «..a mio modesto parere è stato in grado di assestare il tiro, a tratti forse degenerante.» afferma Giorgio.
i Motivazione fotografati da Marcello Orlando
Potendovi avventurare tra le strade del centro, in un banale Venerdì sera, non vi sarà difficile sentire il suono accattivante degli strumenti dei Motivazione e la voce graffiante di Maurizio provenire da alcuni dei pub più frequentati della scena underground palermitana; essi contano infatti una moltitudine di live, dal 2022 ad oggi, presso l’Ex Karcere, l’Alibi e il Roxanne. Attualmente i Motivazione non hanno rilasciato nessun EP, ma stanno lavorando al loro primo in uscita ad Ottobre 2024.
Porta voce dei Motivazione per questa intervista sarà il batterista Giorgio Ras.
L’INTERVISTA
Ciao Giorgio, chi sei? Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Erika, qui Giorgio Ras from Palermo. Sin da adolescente, da subito addentrato nell’underground, ho vissuto a pane ed hardcore punk ma senza preoccuparmi delle distinzioni tra “generi musicali”, bensì concentrandomi sull’attitudine e sulla genuinità. Sono varie le band di cui ho fatto parte dagli inizi del 2000 ad ora. Con la mia ”Gi-Kill↓ Autoproduzione” mi occupo dal 2005 di auto/co-produzione di dischi, concerti, grafiche e box prove autogestito. Facile intuire che questo mondo sia praticamente la mia vita.
A quale dei vostri progetti siete più affezionati, e perché?
Essendo il gruppo relativamente recente, non abbiamo ancora grosse esperienze alle spalle, se ci consideriamo sotto il nome di Motivazione e non di progetti personali passati. Parlando dei miei, mi verrebbero in mente le registrazioni con i miei M.N.S. (ex Brain Kills), soprattutto l’ultima, uscita in vinile 7″ split con gli amici The Krushers. Oppure, “Palermo Maledetta” dei sopracitati Brain Kills, uno dei primi pezzi che scrissimo e che oggi assume un sapore differente, essendo l’amico Paul, voce del gruppo, scomparso di recente…
Se doveste parlare dell’hardcore punk e del metal a chi non è avvezzo, cosa direste? E quali miti sfatereste?
Difficile parlare di qualcosa di così profondo a chi non lo vive; quello che spesso dico è che la musica non è mai solo musica, dice di noi più di quanto pensiamo. Non è un caso che spesso si trovino affinità singolari tra chi suona o ascolta la stessa musica. A mio avviso il punk ed il metal, come movimenti sotterranei, con ovvi ridimensionamenti (gli anni 80 sono finiti eheh) continuano a vivere in risposta alle banalità che la società vuole imporre come unico stile di vita. Un mito che sfaterei è certamente quello per cui, superficialmente, veniamo considerati categorie piuttosto che singoli individui… Mi torna in mente, strappandomi un sorriso, quello che giorni fa una giovane adolescente mi disse ad un concerto; si era distaccata dal circuito perché un suo amico “punk” si era rivelato una me*da… Le mele marce sono ovunque! E proprio perché è facile possano far marcire un intero albero sta a noi esser svegli e razionali.
Come nasce solitamente una vostra canzone e quali sono i temi più ricorrenti nei vostri testi?
Dei brani attuali Maurizio scrive inizialmente le parti di voce e chitarra, con fiducia me le espone quasi fosse ad un’audizione, in attesa di approvazione o scarto ahah. Successivamente se un pezzo convince ci si lavora insieme (e la mia indole spesso mi porta ad accelerargli il tempo ahah). I testi di Maurizio trattano di “vita vera” (cit.), non mi dispiace il suo modo schietto e disadorno di scrivere, figlio degli anni d’oro.
Come vedete il futuro della vostra band? State già lavorando su nuovo materiale? Se sì, cosa possiamo aspettarci? Grazie Giorgio.
Il futuro non lo si prevede, attualmente in carreggiata viviamo il presente. Ad Ottobre di quest’anno registreremo finalmente qualche brano che credo si materializzerà anche sotto forma di cd. Prossimi live già in programma, aperti ad ulteriori richieste o collaborazioni. Grazie a te Erika per questa opportunità.
❝Il punk rock è arte. Il punk rock per me significa libertà. L’unico problema che ho avuto con l’etica dei situazionisti del punk rock è il loro totale rifiuto della sacralità. Trovo poche cose sacre come la superiorità del contributo offerto dalle donne e dai neri all’arte. Il punk rock è libertà. L’espressione e il diritto di esprimersi è vitale. Tutti possono essere artistici.❞
– Kurt Cobain
« Punk Is Not Dead», il progetto fotografico di Jeanie Jean che immortala alcuni dei volti più belli della nuova generazione punk lungo le strade del Regno Unito.
L’abbigliamento e le caratteristiche punk influenzarono, in parte, il genere che vedrete protagonista nel prossimo articolo; l’heavy metal, che ereditò l’uso di borchie e degli indumenti in pelle. Possiamo dire inoltre che, negli anni ottanta, l’hardcore punk abbia influito nell’evoluzione dell’heavy metal, e più in particolare sul metal estremo. Fu fonte di enorme ispirazione per moltissime band thrash metal che ne presero alcune caratteristiche, unendole all’heavy. Un altro elemento che dimostra l’affinità tra i due generi è certamente la nascita del punk metal, che non è altro che la fusione di thrash e hardcore punk.
Nell’articolo successivo andremo ad esplorare e conoscere la storia e le origini del metal dagli albori fino ai giorni nostri, e tutte le problematiche e le insidie che continuano a perseguitare questo genere da quando ne ha memoria.
PER LEGGERE LA SECONDA ED ULTIMA PARTE DEL MIO ARTICOLO CLICCA QUI:
Paolo
4 settimane agoArticolo interessante e soprattutto molto intrigante! Erika hai una grande abilità nello scrivere! Ottimo lavoro e complimenti!
Giovanni
4 settimane agoAvvolgente, interessante, denso di contenuti che descrivono con adeguatezza ed esaustività questo vasto target musicale.
Si evince una lunga fase di ricerca che ha portato alla pubblicazione di questo articolo.
In attesa della seconda parte 😉🎸
Antonella Di Gaetano
4 settimane agoArticolo stupendo!!!!
Claudia
4 settimane agoArticolo meraviglioso! Si vede che c’è tanto lavoro dietro e tanta dedizione. Ben scritto e molto interessante sia per gli appassionati del genere che non.
Complimenti per il lavoro svolto, attendiamo la seconda parte!
Jos
4 settimane agoComplimenti vivissimi.
Dalla stesura fino alla pubblicazione ho sempre fatto il tifo per te perché noto quanta dedizione metti in ciò che scrivi.
Grazie ancora per aver dato voce alla mia band. Un abbraccio.
Venor
4 settimane agoComplimenti per la professionalità che hai messo per questo articolo, sono sicuro che i prossimi saranno altrettanto interessanti 😉😎
Alex
4 settimane agoOttimo lavoro, analisi profonda e ottima stesura dell’articolo.
Lettura consigliata per chiunque voglia comprendere meglio le radici di questo movimento.
Mario Artale
4 settimane agoCavolo😘.un articolo impostato perfettamente. bè c’è tanta roba❤️.sai anch’io ai miei tempi l’ho vissuto un po’ il punk ci si vestiva anche cosi e devo dire che mi piaceva,anche il metal andava fortissimo. Bè che figlia che ho😜brava complimenti.👏❤️❤️❤️