Parlare con diaframma e corde vocali senza muovere la bocca è la caratteristica che lo rende eccezionale, ma non soltanto c’è qualcos’altro… di Sveva Molinaro

Nel 1950 un ventriloquo di nome Edgar Bergen presentò in principio ai suoi ascoltatori radiofonici ed in seguito anche al pubblico televisivo, il suo alter ego Charlie McCarthy, un pupazzo molto particolare, sagace e del tutto fuori dagli schemi.


Però il ventriloquo può essere un tantino inquietante, se ci pensate a fondo.
Nel XIX secolo il pubblico europeo e americano era divertito da questo genere di spettacoli ma, nello stesso tempo, ne rimaneva anche un po’ spaventato, più che altro dal fatto che un ventriloquo potesse dar vita a un oggetto inanimato, farlo parlare, muovere e dar la sensazione che potesse persino pensare e ragionare da solo.
Quindi non dovrebbe sorprendere il fatto che per molto tempo i ventriloqui siano stati sospettati di avvalersi di forze occulte, magie e patti satanici o con altre tipologie di entità; alcuni vennero accusati di stregoneria anche in pubblica piazza ed altri ancora, di dare voce ai morti o di sfruttarli avendo imparato a rinchiuderli nei loro pupazzi.
Il legame tra bambola e ventriloquo ha sempre creato sconcerto, dubbio e un discreto livello di timore.
Con il suo spettacolo Edgar e Charlie divennero incredibilmente famosi.


Solo parecchi anni dopo la figlia di Edgar, l’ attrice Candice Patricia Bergen, rivelò dettagli ancora più inquietanti relativi alla sua infanzia ed in particolare sul rapporto simbiotico tra il padre ed il Pupazzo Charlie McCarthy.
Per citarne qualcuno, Edgard trattava Charlie come se fosse davvero suo figlio, un altro fratello aggiunto a Charlie McCarthy che già ne aveva uno vivo e vegeto, Charlie aveva una propria camera da letto, una stanza anche più grande di quella della figlia.
Sedeva a tavola con loro ai pasti seppur il suo piatto, apparecchiato come tutti gli altri membri della famiglia, restasse ovviamente vuoto.
Quando Candice era ancora una bambina il padre stesso presentandola a vari conoscenti la nominava spesso come la – Sorella di Charlie – e questa cosa la segnerà non poco per tutta la sua vita.

  • Ricordo il Natale dei miei 4 anni – racconta sempre Candice – venne il fotografo dato che papà era ormai relativamente famoso per scattare alcune immagini di famiglia – fa un lungo sospiro – io venni immortalata insieme a Charlie sulle scale, ed indossavamo persino lo stesso pigiamino. -.

  • Uno degli sketch più riusciti di Edgar Bergen era senza ombra di dubbio quello dove Charlie McCarthy lo prendeva in giro sostenendo che fosse un ventriloquo da due soldi perchè si vedeva muovere la bocca ogni volta he tentava di far parlare lo stesso Charlie, ma la cosa curiosa è che quando questo avveniva ( cioè che Charlie lo rimproverasse ) la bocca di Edgar risultava completamente serrata mentre quando si svolgevano altri sketch ed altre storie si poteva notare benissim quanto fosse vero che il labiale andasse leggermente a ritmo con la parlata del pupazzo; quasi come se fossero due persone diverse a gestire l una e l altra performance.
    Il pubblico, ovviamente, la trovò una trovata geniale dell’ avant spettacolo ma non mancarono gli scettici a sostegno delle tesi più svariate tra le quali anche quella che Charlie avesse in realtà anche momenti di vita propria.


La stessa Candice ammette in più di un intervista di aver sentito suo padre colloquiare con la marionetta anche quando non era sul palco, molto spesso a casa, chiuso nella stanza con il pupazzo e che più volte quando la figlia ( all’ epoca bambina ) gli chiedeva spiegazioni in merito lui sosteneva che stava semplicemente provando.


La verità su Charlie ormai è sepolta con Edgar, venuto a mancare nel 1978, e nel cuore di Charlie anche lui ormai relegato al Museo – Smithsonian Institution National Museum of American History – ma dal mio punto di vista, anche guardandolo in una teca museale si scorge quel qualcosa nei suoi occhi che potrebbe indurre a pensare che non sia solo una semplice marionetta !